martedì 21 giugno 2011

Discorso al matrimonio di Jacopo e Ara

La prima volta che ho incontrato Jacopo è stato all’asilo, avevamo circa 3 anni…. sono passati 30 anni se non sbaglio….l’ultima volta è stata appena una settimana fa a Nizza per l’addio al celibato. In entrambi i casi ma per motivi diversi non è che ricordi un granchè...

Comunque

All’asilo c’era anche Ago, Pertrone e Vozzi. A Nizza oltre ai suddetti, a parte Pertrone che dovrebbe aver ricevuto la cartolina, c’era anche Mascio (mio compagno di banco al V anno di liceo) e Afro conosciuto alle medie che balbettava, poi c’era Peppone Fabio detto Buccio, Stefano e il Monaco.

Oggi con piacere vedo che c’è anche Omar…. Assalam Aleikum …

Uno dei miei primi ricordi di Jacopo l’ho condiviso poco tempo fa con Giggi, ho chiamato anche Olivia, protagonista del ricordo ma era troppo piccola. Insomma avevamo una decina di anni, neanche, e mi sono azzardato a rubare a Jacopo il posto sullo sgabello mentre lui si era allontanato per prendere i cornetti cerbiatto in forno… E’ successo un cas... un bailamme :

io e Gigi siamo stati cacciati di casa, poi olivia di nascosto ci ha portato i cornetti sul pianerottolo e lui giu ad urlarle e sbattere la porta….

La cosa strana di questo ricordo però, non è Jacopo che ci caccia, sbatte la porta e urla, ma sono i cornetti cerbiatto che erano tipici di casa Ferari (cioè mia), dal Barta c’erano le Danette, gli immancabili i Tronky di Allegra e le lattine di coca cola, così come i Grisbi dar Vozzi e il tortino di riso da Pertrone... e da Ago…? beh da Ago l’hamburger de tata.

Con la benedizione di padre…, con il tuo permesso e anche con il sollievo di alcune mamme, eviterei i ricordi del liceo, che è meglio… ricordando solamente Stefano Monaco che fa l’imitazione di Andrea Bocelli.

E’ bello ricordare una litigata perchè è il simbolo dell’amicizia, a parte il fatto che dopo trent’anni ci chiamiamo ancora per congnome: il Barta, Ago, Pertrone, Mascio falla, Vozzi … vabbè Afro è un altro discorso… Afro… poi Omar, Assalam Aleikum, a me a parte Luchino a volte er Ferari.

Tra amici si regredisce spensieratamente ad uno stato di cosciente infantilismo, sereno, che è il terreno comune che permette di incontrarci alla pari, senza badare, o meglio senza prendere sul serio noi stessi e la vita, ed è questo terreno comune che ci permette ancora di volerci bene.

Tra amici non si hanno ruoli sociali, quelli che quotidianamente interpretiamo decadono, tra amici si vive il retropalco della vita illuminato da sfottò, ristate e goliardia, dove vengono messi in evidenza i difetti: c’è quello che è permaloso, quello che dice bugie, quello che mette zizzania, i pochi capelli, cià er piede grosso, aoh ma ndovai con quelle scarpe… ‘mazza che schifo…ecc…, e dove i talenti non sono permessi più di tanto ed i pregi non vengono presi troppo sul serio se non nel privato di una chiacchierata a due.

A volte si sparisce nella propria vita, per poi riapparire con una telefonata o un messaggio, che spesso è quello di Pertrone che inneggia teneramente, diciamo così, alla bellezza del genere femminile.

Per quanto riguarda Jacopo e Ara vivevo a Londra quando li ho visti la prima volta insieme. Era il loro primo viaggio e stavano insieme da un mese mi pare. Ara non la conoscevo e la seconda cosa che ho notato è stata la sua raffinata intelligenza.

Me li ricordo bene. Il rapporto era ancora acerbo, nel senso che erano ancora due individualità e non un tutt’uno. Li vedevo stralunati come adolescenti, sbadati, quasi perdevano l’aereo, sembravano estasiati l’uno dell'altra.

Avevo come l’impressione che avessero paura a guardarsi negli occhi per non perdere l’equilibrio.

Poi non li ho visti per un po' e tornato a Roma Jacopo stava ancora con Ara e ho notato un piccolo dettaglio: Jacopo aveva smesso di mangiarsi le unghie! … mei co... co... complimenti… mi son detto, qualcosa di importante e simbolico era successo. Qualcosa era cambiato anche nello sguardo (ovvio permaloso era ed in parte è rimasto, competitivo fino alla morte, quando perdeva a tennis era perché aveva gli occhi azzurri, sai il sole) ma quel dettaglio delle unghie mi diceva che forse aveva trovato la donna capace di renderlo un uomo migliore.

Infatti, risparito nella mia vita mi raggiunse una sua telefonata, …"ti ricordi ero a bombay" …. Mi chiamò per dirmi che da li ad un anno si sarebbe sposato e che io sarei stato uno dei testimoni… Che bello!

E quando li ho visti sdraiati sul divano abbracciati a guardare romanticamente il derby o vedere lei che accarezza “pancio” (che a scanso di equivoci è la pancetta del barta), o quando sono in giro e stanno in mezzo alle persone, quando hanno preso casa e mi hanno invitato per un barbecue, la loro sintonia, gli abbracci il loro modo di fare e le loro intelligenze intraprendenti e complici, raffinata quella di lei e caparbia quella di lui, e soprattutto quella serenità e quell’ allegria.


Guardandoli ho capito che quella paura di guardarsi negli occhi era svanita

ma era rimasto quell’ impeto tremolante

e che a perdere l’equilibrio, insieme, sarebbe stato un piacere.